Non fosse per le sbarre alle finestre, la cucina della casa di reclusione di Padova non si distinguerebbe in nulla rispetto alle migliori analoghe strutture del territorio. La formazione per gli aspiranti cuochi è lunga e seria. Qui si impara un lavoro, non si fa passare il tempo alle persone.
La pasticceria, nonostante gli orari ferrei del carcere, lavora a ritmo continuo. I nostri artigiani imparano i segreti di un’arte paziente, fatta di mille particolari, improntata alla più assoluta manualità.
Il risvolto sociale? Quando uno si accorge di quanta soddisfazione dà poter lavorare così (pochi di loro prima di entrare in carcere hanno avuto questa fortuna), il valore sociale c’è già tutto.
Matteo Florean
coordinatore delle lavorazioni in carcere della Cooperativa sociale Work crossing